Il Cervello e la violenza
Lectio magistralis
Adrian Raine
criminologo, University of Pennsylvania, autore di “L’anatomia della violenza”
Tavola rotonda
Giulio Giorello, filosofo ed epistemologo
Edoardo Boncinelli, genetista
Marco Marchetti, criminologo
Alberto Oliverio, professore di Psicobiologia, Sapienza Università di Roma
Amedeo Santosuosso,magistrato, presidente di European Center for Law, Science and New Technologies (ECLT) dell’Università di Pavia
Moderano:
Viviana Kasam, presidente BrainCircleItalia
Armando Massarenti, responsabile del Domenicale del Sole 24ore
Conclusioni:
Giancarlo Comi, Direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale INSPE, Ospedale San Raffaele
Teatro Franco Parenti
7 marzo 2016 , ore 18
Presentazione:
Il mondo scientifico negli ultimi decenni ha categoricamente oppugnato l’idea che la violenza e i comportamenti criminali possano avere basi biologiche. Stigmatizzato Lombroso, ha additato nei problemi psichiatrici e sociali la causa esclusiva delle devianze.
Ma le moderne neuroscienze, che attribuiscono la matrice dei comportamenti umani al funzionamento del cervello (organo fisico e in buona parte deterministico), tendono a rivedere questa impostazione e a evidenziare i fattori biologici,-genetici, epigenetici e molecolari – che, alterando la struttura del cervello e la comunicazione tra neuroni, possono indurre a comportamenti violenti.
Adrian Raine, psichiatra e criminologo, cattedra Richard Perry presso l’Università di Pennsylvania, uno dei più importanti studiosi di neuroscienze criminali, ha recentemente pubblicato per i tipi di Penguin Books un saggio molto interessante ed esaustivo su questo argomento, basandosi su trent’anni di ricerche condotte in tutto il mondo. “The anatomy of violence”, “Anatomia della Violenza”, sarà nelle librerie in concomitanza del BrainForum, per i tipi di Mondadori. La tesi di Raine, assolutamente éclatante, è che vi sono non solo basi genetiche e biologiche nella criminalità, ma anche marcatori precoci che consentirebbero una efficace prevenzione fin dalla primissima infanzia: già a tre anni la predisposizione alla violenza può essere rilevata e prevenuta con semplicissime e poco costose misure –tests condotti su bambini alle Mauritius hanno evidenziato che bastava implementare la dieta con elementi nutritivi per ridurre drasticamente negli anni le manifestazioni criminali -questi tests sono stati condotti con gruppi omogenei di controllo nell’arco di vent’anni.
Secondo il prof. Raine, i fattori biologici (che sono moltissimi: dai geni alla nutrizione e all’uso di alcol e tabacco della madre in gravidanza; dai traumi perinatali alla carenza o sovrabbondanza di metalli e oligoelementi nella dieta; da malattie all’utilizzo di sostanze tossiche o stupefacenti) devono interagire con fattori sociali, da soli non bastano: non vi è quindi una “predestinazione” alla violenza, ma solo una propensione reversibile – e in questo è lontano anni luce da Lombros anche se vengono rivaluttea alcune intuizioni dello scienziato italiano.
Le argomentazioni del prof. Raine hanno implicazioni importanti in molti campi e interessano un pubblico molto ampio: studenti, divulgatori scientifici, operatori sociali, legislatori, ma in particolar modo giudici e avvocati che si trovano quotidianamente ad affrontare le conseguenze dei comportamenti criminali.
Un panel molto prestigioso di studiosi italiani si confronterà con le tesi del prof. Raine. Hanno accettato di intervenire Edoardo Boncinelli, genetista e divulgatore scientifico, professore di Biologia e Genetica presso l’Università Vita- Salute di Milano; Marco Marchetti, psichiatra, criminologo e docente di Medicina Legale e Criminologia presso l’Università del Molise; Alberto Oliverio, psicobiologo e docente alla Università la Sapienza di Roma; Amedeo Santosuosso, magistrato presso la Corte d’Appello di Milano, Presidente del Centro di Ricerca Interdipartimentale European Centre for Law, Science and New Technologies (ECLT) e docente dell’Università di Pavia.
Moderano il dibattito Armando Massarenti, responsabile del Domenicale del Sole 24 ore e Viviane Kasam, giornalista, presidente di BrainCircleItalia, una associazione no-profit che è nata con lo scopo divulgare la ricerca sul cervello, su ispirazione del Premio Nobel Rita Levi Montalcini.
L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.
Biological factors involved in violent behaviour
Lectio magistralis
Adrian Raine
psychiatrist and criminologist, University of Pennsylvania, author of “The anatomy of violence”
Panel Members
Edoardo Boncinelli, geneticist
Giulio Giorello, professor, science philosopher
Giancarlo Comi, neuroscientist
Alberto Oliverio, psychobiologist
Marco Marchetti, psychiatrist and criminologist
Amedeo Santosuosso, Magistrate, President of European Centre for Law, Science and New Technologies (ECLT) of the University of Pavia
Moderators: Viviana Kasam, President of BrainCircleItalia
Armando Massarenti, director Sole 24ore Domenicale
Teatro Franco Parenti, Milano
March 7, 6pm
In recent decades, the scientific world has disputed the idea that violence and criminal behaviour can have biological bases. Following Lombroso’s stigmatization for his attempts to establish physical traits as markers of deviation, it has focus exclusively on psychiatric and social roots of criminal behavior.
But modern neurosciences, which attribute the matrix of human behaviour to the functioning of the brain (a physical organ and for the most part deterministic), lean towards re-examining this position and highlight the biological-genetic, epigenetic and molecular factors which, altering the structure of the brain and the connections between neurons, can induce violent behaviour.
Adrian Raine, psychiatrist and criminologist, Richard Perry Chair at the University of Pennsylvania, one of the most important scholars of criminal neuroscience, has recently published with Penguin Books a very interesting and thorough study based on thirty years of research conducted throughout the world. The result, completely shocking, is that not only are there genetic and biological bases in criminality, but also early markers which predispose to crime in early childhood: at three years of age the predisposition towards violence can already be detected and potentially prevented with simple low-cost procedures. Tests carried out on children in Mauritius have shown that it was sufficient to put in practice a nutritious diet to drastically reduce criminal tendencies over the years – these tests were carried out and compared to control groups over a period of twenty years and were foud to reduce adult crime by 35%.
According to Professor Raine, the biological factors (and there are many: from genes to nutrition and the use of alcohol and tobacco by expectant mothers; from prenatal and newborn traumas to the lack of or overabundance of metals and trace elements in the diet: from illness to the use of toxic substances and drugs) are often triggered when they interact with social factors, by themselves they may not enough: there is, therefore, no predestination towards violence, but merely a propensity which needs an interaction with social factor to be triggered- and in this he is light years away from Lombroso even though some ideas of the Italian scientist have been reevaluated.
Professor Raine’s arguments imply important consequences in many fields and can interest a wide audience: students, people with scientific interests, social workers, lawmakers, but especially judges and lawyers who find themselves dealing with the consequences of criminal behaviour on a daily basis.
For this reason, the lectio magistralis of Professor Raine and the following debate will be held in the main lecture hall of the Milan Court and will be part of the educational development of magistrates and lawyers.
A prestigious panel of Italian scholars will discuss the theories of Professor Raine. The participants are, Edoardo Boncinelli, geneticist and scientific propagator, Professor of Biology and Genetics at the Università Vita-Salute in Milan; Giulio Giorello, philosopher with specialization in philosophy of science and ethics, Alberto Oliverio, psychobiologist, professor at La Sapienza University in Roma; Marco Marchetti, psychiatrist, criminologist and lecturer of Forensic Medicine and Criminology at the University of Molise; Amedeo Santosuosso, magistrate at the Court of Appeals in Milan, President of the Centre of Interdepartmental Research European Centre for Law, Science and New Technologies (ECLT) and lecturer at the University of Pavia.
Conclusions will be made by prof. Giancarlo Comi, Director of the Institute of Experimental Neurology (INSPE), San Raffaele Hospital.