Elettroshock per guarire il cervello: una terapia che sta tornando di moda

29 marzo 2017, ore 19.00 – Cineteca Italiana, Milano
Quali sono le nuove terapie di elettrostimolazione cerebrale utilizzate per curare alcune malattie neuropsichiatriche?

Elettroshock per guarire il cervello: una terapia che sta tornando di moda

Condividi

Lo straordinario film di David Cronenberg, A dangerous Method, che racconta gli albori della psicanalisi come alternativa all’elettoroshock, apre al dibattito sulle nuove terapie per curare alcune malattie neurodegenerative, basate sulla stimolazione neurotranscranica con corrente diretta, una forma non invasiva e perfezionata di elettroshock, che si sta rivelando molto utile nella cura di alcune malattie neurodegenerative, fino alla Deep Brain Stimulation, la cura più all’avanguardia per il Parkinson e i disordini del movimento, che consiste nell’inserire stereotassicamente  un elettrodo all’interno del cervello e trasmettere così impulsi elettrici alle zone danneggiate dalla malattia. 
 Ne parlerà il professor Alberto Priori, direttore della III Clinica Neurologica presso l’Ospedale San Paolo di Milano, insieme a Letizia Leocani, professore Associato di Neurologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e group leader clinico  dell’Unità di Neurofisiologia Sperimentale e del Centro di Stimolazione Magnetica Intracerebrale (MAGICS Center) IRCCS Ospedale San Raffaele.

La serata proseguirà con la proiezione del film A Dangerous Method, di David Cronenberg (2011)
Lo psichiatra ventinovenne Carl Gustav Jung è all’inizio della sua carriera e vive con sua moglie Emma presso l’ospedale Burghölzli. Jung decide di tentare sulla paziente diciottenne Sabina Spielrein il trattamento sperimentale di Freud noto come psicoanalisi o “terapia delle parole”. Tra medico e paziente inizia a manifestarsi un’attrazione reciproca sempre più intensa mentre, in seguito alla corrispondenza sul caso Spielrein, Jung stabilisce un rapporto di amicizia con Freud, che vede nel giovane collega il suo erede intellettuale. Cronenberg utilizza la crisi di Jung e quella, parallela, di Freud, come metafore del crollo delle certezze di un paradigma culturale occidentale, di un’idea monolitica e incontaminata della natura umana e sociale, tutta maschile e patriarcale, figlia del bisogno di razionalità e controllo, crisi scatenata da un personaggio (non a caso femminile) che ha esplicitamente costruito la sua stabilità sull’accettazione della sua precarietà, della sua follia, della sua malattia.

I relatori di questo appuntamento