Come il cinema ha influenzato la ricerca sul cervello

27 marzo 2017, ore 19.00 – Cineteca Italiana, Milano
Inaugurazione del Festival Cervello&Cinema: Come il cinema ha influenzato la ricerca sul cervello e quali sono i meccanismi che ci fanno Identificare in un film.

Come il cinema ha influenzato la ricerca sul cervello

Condividi

La rassegna Cervello&Cinema, viene inaugurata con l’intervento del Prof. Carlo Caltagirone (Università di Tor Vergata, Roma), con una vera e propria provocazione per cinefili.  Caltagirone sostiene infatti che il cinema non è stato inventato dai fratelli Lumière, con quel loro famoso spezzone del treno che entra nella stazione di La Ciotat, ma dai neurologi, che ben prima scattavano foto dei loro pazienti affetti da problemi motori, e le proiettavano in sequenza velocissima sullo schermo, ottenendo un effetto molto simile alla pellicola. Alcuni di questi esperimenti cinematografici ante litteram, e altri più recenti, verranno raccontati illustrando come neuroscienze e cinema siano, da allora, legati a doppio filo.

A seguire Vittorio Gallese e Michele Guerra introdurranno il tema della serata: Identificarsi in un film: il ruolo dei neuroni specchio, guidandoci alla visione di Persona di Ingmar Bergman come film di volti, di corpi, di mani, di luce. È la storia simbiotica e misteriosa di due femminilità e di due psicologie, ma è prima di tutto, nella mente del suo autore, un film sul cinema, sull’immagine e la sua pelle, che sembra quasi potersi toccare e invece sfugge all’infinito nell’evanescenza nitida dell’inquadratura. Persona rappresenta una sfida per lo spettatore, il massimo di avvicinamento all’immagine e un sottile senso di estraneità a quel mondo inattaccabile. Guardare e toccare, o immaginare di toccare. Persona è un saggio sulla relazione multimodale che il cinema instaura con il suo spettatore e un ottimo punto di partenza per riflettere sul potere proiettivo della nostra visione aptica e sulle forme di simulazione cui il cinema sa dar forma. Partendo dal capolavoro di Bergman discuteremo come e perché il contributo delle neuroscienze cognitive all’analisi filmica possa oggi aiutarci a comprendere le ragioni di quel nostro sentirci “incorporati” nel grande schermo.

La serata proseguirà con la proiezione del film proiezione del film Persona, di Ingmar Bergman (1966)
L’attrice Elisabeth viene colta da un improvviso desiderio di ridere durante la rappresentazione teatrale dell’Elettra, si trattiene ma in seguito a quell’episodio si chiude in un assoluto mutismo. Viene seguita e accudita da un’infermiera, Alma, con la quale vive e costruisce un rapporto di profonda intimità nella quiete di una casa sul mare, per sfruttare l’influenza benefica dell’isolamento, del mare e della natura. Persona è un film sulla dialettica di forza e sottomissione che scaturisce fra due io in un confronto coatto, dove Alma, che viene incaricata di occuparsi di una celebre attrice e che dovrebbe assistere e curare l’altra, è in realtà l’elemento più fragile che verrà assimilato dalla paziente e condotta a una identificazione dolorosa e pericolosa.

I relatori di questo appuntamento