Leggere il pensiero: dalla parapsicologia alla scienza

“Tutto quello che può fare il genere umano è muovere i propri muscoli, sia per abbattere una foresta che per...
Leggere il pensiero: dalla parapsicologia alla scienza

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“Tutto quello che può fare il genere umano è muovere i propri muscoli, sia per abbattere una foresta che per sussurrare o scrivere un concetto filosofico”. Questa frase, riadattata da Charles Sherrington, grande neuroscienziato degli anni ’30, è messa alla prova, nel nuovo millennio, da tecnologie in grado di leggere alcune (semplici) cose dentro la nostra testa.
Muovere le cose con il pensiero non è più una prerogativa dei maghi: oggi lo studiano gli scienziati per aiutare, in un prossimo futuro, le persone con arti non funzionanti e, in un futuro più lontano, per interagire naturalmente con le macchine intelligenti da cui saremo circondati.

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I media e la fantascienza ci hanno abituato a idee quali poter muovere delle cose con il pensiero, poter “leggere” i pensieri delle persone, poter comandare arti artificiali con la sola volontà mentale. Basta pensare a un qualsiasi episodio di X-men con i poteri dei diversi super-eroi.

In questa chiacchierata con il prof. Fabio Babiloni, docente di neuroscienze e bioingegneria dell’Università Sapienza di Roma, verrà affrontato il tema di come sia possibile attualmente per la scienza interpretare e riconoscere alcuni semplici “pensieri” dell’uomo e degli animali a noi più prossimi (primati).

Si parlerà anche del modo in cui si è arrivati a decodificare in tempo reale l’attività cerebrale di persone in stato vegetativo e come poter dialogare, in maniera molto semplificata, con persone che non sono in grado di muovere un muscolo del loro corpo a causa di malattie progressive degenerative.

Si parlerà del sogno di muovere con il pensiero arti artificiali, per poter restituire mobilità a persone che l’hanno perduta, o destrezza a persone che non hanno più le mani, così come anche la possibilità di muovere degli oggetti con il pensiero.

Per ultimo, si parlerà di quanto questa “lettura” della nostra mente potrà farci interagire in un prossimo futuro con gli ambienti di lavoro (aerei, automobili, sale di controllo di metropolitane e ferrovie) e di quanto ancora la scienza ci separa dalle aspettative che invece la fantascienza ci suggerisce come prossime.

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