I volti delle persone cattive si ricordano meglio. Lo hanno scoperto i ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca coordinati dalla professoressa Alice Mado Proverbio. Un volto non ci piace o ci fa paura, anche se a volte non sappiamo dire perché. Le informazioni che ci formiamo sugli altri influenzano il nostro comportamento, poiché è cruciale ricordarsi delle persone che possono danneggiarci. Gli scienziati ritengono che gli stereotipi ci aiutino a navigare nel mondo senza essere sopraffatti dalla molteplicità delle informazioni e sembra che le informazioni negative siano più rilevanti per la propria sopravvivenza, per difendersi da potenziali offensori o nemici o da persone potenzialmente pericolose. Grande rilevanza è data dalla mente umana anche alle qualità morali di una persona, che vengono rappresentate dalla maggiore attività della corteccia prefrontale mediale sinistra quando il personaggio viene descritto come immorale o socialmente pericoloso.
Germano Manco, psicologo psicoterapeuta, parlerà di come il diventare cattivi corrisponda, più che a un fattore ontologico, a un processo adattativo che massimizza i vantaggi o quantomeno minimizza gli svantaggi, nell’economia psichica del singolo individuo.