Bilancio BrainForum 2013 – Viviana Kasam

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The wonder molecule… Così abbiamo ribattezzato il NGF, dopo aver ascoltato le relazioni di alcuni tra i più importanti scienziati, venuti a Roma a celebrare l’anniversario della nascita di Rita Levi Montalcini, il 22 aprile.

Suggestiva concomitanza: mentre al Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra, si parlava di Rita, dietro l’angolo, a Montecitorio, Giorgio Napolitano ratificava il suo secondo mandato presidenziale. Due amici, Rita e Giorgio, due grandi vecchi, due persone che rappresentano l’Italia che vorremmo: seria, onesta, forte, dignitosa, l’Italia che ci fa onore.

Il Brainforum “Rita Levi Montalcini: un Nobel per il futuro”, ha voluto parlare di Rita attraverso il suo lavoro. L’importanza del NGF, che alcuni hanno paragonato alla scoperta del DNA, perché ha fatto capire come i neuroni si sviluppano, come si trasmettono istruzioni, e alla possibilità del cervello di rigenerarsi. E ha anche aperto la strada all’informatica e al web.

Ma non solo. Il NGF sta rivelando straordinarie potenzialità terapeutiche. Perché è presente non solo nei neuroni, ma anche in periferia, e perché i fattori di crescita esistono anche in altre cellule, in particolare promuovono lo sviluppo dei vasi sanguigni. Ed ecco che il NGF può aiutare a curare le piaghe da decubito e le ulcere della cornea, le neuropatie e forse l’Alzheimer, può servire a prevenire ictus e infarti, e un fattore di crescita vasco-endoteliale, il VEGF, scoperto dal prof. Napoleone Ferrara, che lo ha presentato al convegno, ha dato luogo a farmaci innovativi per la cura dei tumori e delle maculopatie. Il prof. Ferrara, siciliano che vive da trent’anni negli Stati Uniti, è stato insignito per questa sua scoperta del Premio Lasker, considerato  l’anticamera del Nobel, e recentemente anche del Premio Breakthrough Award in Life Sciences.

Sembra insomma che la scoperta di Rita Levi Montalcini vada ben oltre l’immaginazione della scienziata stessa…

Ma ciò che più ha commosso il pubblico, folto e attento, sono state la parole di stima e affetto di scienziati  da tutto il mondo per la nostra Rita. Quelle del Premio Nobel Aaron Ciechanover, che l’ha definita “un eroe” per la grandezza delle sue scoperte e per il modo in cui ha superato gli ostacoli della vita, dall’essere donna in un’epoca in cui alle donne non era consentito essere scienziate, alle persecuzioni razziali, che la costrinsero a fare esperimenti in cucina nella casa in cui era nascosta, alla necessità di emigrare in America, all’ottimismo con cui guardava al futuro, senza mai lamentarsi o piangersi addosso, al rifiuto di sposarsi ed essere madre per dedicarsi completamente alla sua missione scientifica.

Pietro Calissano, il suo più stretto collaboratore, l’amico più caro, che ora le succede nella Presidenza dell’EBRI, l’Istituto di ricerca che Rita fondò per promuovere la ricerca dei giovani e delle donne secondo i criteri meritocratici così negletti in Italia, ha ricordato le tappe che portarono la Montalcini alla sua scoperta: perché le scoperte nascono sì da intuizioni e da fortuna, ma su un terreno seminato di dedizione e fatica.

Coordinatore scientifico dell’EBRI, e brillante scienziato, Antonino Cattaneo ha spiegato come è arrivato alla scoperta del NGF no-pain, una ricombinazione del NGF che dà adito a grandi speranze terapeutiche perché, a differenza della proteina prodotta naturalmente  dal corpo, non provoca dolore, e può quindi essere iniettata ad alti dosaggi. Creando così una speranza di poter aggredire l’Alzheimer: la Cina ha stanziato un milione e mezzo di euro per poterla sperimentare con l’EBRI.

Francesca Levi-Schaffer, allergologa della Facoltà di Medicina dell’Università Ebraica di Gerusalemme, l’ateneo israeliano che nel 2000 conferì a Rita Levi Montalcini la laurea honoris causa,  ha raccontato il suo rapporto da donna a donna con il nostro Premio Nobel: una lunga amicizia complice, tra due scienziate separate da quasi cinquant’anni di vita, con la più anziana e famosa che incoraggiava la collega più giovane e le chiedeva consiglio, perché, come ha spiegato Piero Ientile, che per anni è stato vicino con devozione filiale a Rita, “lei era una che dai giovani voleva imparare, si sentiva arricchita dal rapporto con loro – e loro la adoravano”. Francesca Levi-Schaffer, anche lei ebrea, anche lei vittima di discriminazioni che le fecero lasciare Milano per trasferirsi in Israele (“e vivere in un posto dove nessuno mi avrebbe picchiata perché sono ebrea”), ha raccontato molti aneddoti inediti: come quando Rita, che stava perdendo la vista per una operazione agli occhi andata mala, tentò di curarsi da sola con delle gocce a base di NGF… e di come, su incoraggiamento di Rita, sta studiando il ruolo del NGF nelle allergie, con la speranza di trovare un farmaco risolutivo per questa patologia che affligge milioni di persone, a volte con esiti gravissimi.

Moses Chao, insigne ricercatore della New York University, ex presidente della Society of Neuroscience, la più grande del mondo, ha parlato del ruolo del NGF, per difetto o per eccesso, nella memoria, nel linguaggio, ma anche nella depressione e nelle malattie mentali. E William Mobley, della Università della California di San Diego, ha illustrato come il sistema di trasporto del NGF  lungo le fibre nervose costituisca un sofisticato sistema di comunicazione che è responsabile per il mantenimento dei collegamenti tra le cellule nervose. Mobley ha mostrato immagini cinematografiche microscopiche di singole molecole di NGF trasportate lungo questo sistema di trasporto assonale, visualizzate con sofisticati metodi di imaging avanzato.

Il NGF per prevenire l’infarto e l’ictus (Philip Lazarovici, Università Ebraica di Gerusalemme), per curare le piaghe da decubito e la fragilità cutanea degli anziani (Bernabei, Policlinico  Gemelli) e per le malattie degenerative dell’occhio, tra cui il glaucoma (Francesco Sinigaglia, Anabasis)…, ma ciò che ancora di più sarebbe piaciuto a Rita, è che Open science, il convegno di cui BrainForum ha costituito la sessione pomeridiana, è stato dedicato al mattino ai giovani, e alla condivisione delle informazioni scientifiche in rete.

Openscience è un  movimento, la cui eroina italiana, Ilaria Capua, che ha rifiutato di brevettare la sequenza del genoma del virus dell’aviaria  da lei sequenziato, per metterla a disposizione di tutti (come fece Pasteur con la penicillina), ha aperto il convegno, illustrando la sua proposta di una legge per l’Open access, ovvero la possibilità per tutti i ricercatori di accedere gratuitamente alle informazioni  scientifiche.

Si sarebbe entusiasmata, Rita, ascoltando il ventiduenne Jason Fontana raccontare le ricerche messe in piedi da giovani intraprendenti e fantasiosi in laboratori fai-da-te e divulgate attraverso la rete, o Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano, che parla di Galaxy Zoo, un progetto on line al quale partecipano 250.000 persone, interessati ad aiutare gli scienziati a classificare le galassie. Riccardo Luna, curatore di questa parte del convegno, è un sincero ammiratore  di Rita Levi Montalcini: le dedicò la prima copertina di Wired, la rivista da lui fondata nel 2009, quando Rita compiva 100 anni, e il ricordo del lungo colloquio con lei, e dell’amicizia che ne scaturì, è stata fonte di ispirazione e di cambiamento per la sua vita, come racconta commosso.
Viviana Kasam

Ideatrice e organizzatrice dei BrainForum